Tuttora tra i rappresentanti delle generazioni passate permangono credenze e interpretazioni che risalgono ad un passato carico di superstizioni; per esempio, quando si rovesciava l’olio sulla tavola era segno di presagi nefasti e si ovviava gettando a terra un pugno di sale, esclamando contemporaneamente più volte rraggia!, crepa!, riferito non si sa bene a quale spirito malefico, oppure si ripeteva con foga: butto sale che scongiura, porta via la jettatura!Non vi era nessun maleficio da allontanare; l’olio è stato sempre un alimento costoso perché è stato sempre faticosissimo produrlo!La considerazione è indirizzata a quegli storici i quali sostengono che dai piombatoi posti a difesa delle masserie fortificate si usasse gettare olio bollente per annientare i predatori. Il costo elevato e la preziosità intrinseca dell’olio escludono assolutamente l’eventuale espediente che, invece, era messo in pratica col lancio di pietre arroventate, molto più diffuse e… contundenti.Tra i metodi adottati dalla màcara per identificare se il bambino avesse avuto il malocchio, vi era quello che si praticava con l’olio. Durante la prima fase l’esperta, in presenza del piccolo, preparava una bacinella piena d’acqua ed una tazzina di olio; qui immergeva il proprio dito che avrebbe fatto sgocciolare per tre volte nell’acqua. Le gocce venivano prese in esame: se si scioglievano e si disperdevano significava che il malocchio non c’era, se invece si raggruppavano al centro, formando un occhio, il meccanismo dell’influsso maligno era stato avviato. Si versava dell’olio in una bacinella per constatare se qualcuno fosse oggetto di fascinazione; se questa non vi era, l’olio scompariva mentre se l’olio si addensava formando un occhio, era la prova che si era indirizzata la fascinazione e si cercava di toglierla recitando una formula particolare ed accompagnandola con una manciata di sale benedetto.A lampa d’oju, la lampada ad olio, veniva preparata servendosi di un bicchiere da tavola, pieno d’acqua quasi fino all’orlo; il resto del bicchiere conteneva l’olio su cui galleggiava il lumicino. Dall’imbottita del letto si ricavava lo stoppino: un pizzico di bambagia sfregata fra le dita, a forma di piramide, che si imbeveva d’olio e, una volta acceso, diffondeva intorno un debole chiarore tremolante che durava finché c’era olio nella lampada. Il lumicino veniva posto sul comò davanti ad una statuina della Madonna, o di altri santi, che sembrava illuminata dal riflesso di una carezza tombale; oppure veniva acceso vicino alla grotta di Gesù Bambino per tutto il periodo natalizio, pe’ devuziòne, per devozione, con grande fede della padrona di casa.
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