top of page

L'olivo nell'arte

Aggiornamento: 20 mar 2020


L’olivo è sempre stato rappresentato nell’arte sia come pianta che come ramoscello dai pittori, illustratori, scultori, con forti significati simbolici legati sia alla tradizione classica che a quella cristiana.



Anfora Vulci – 500 a.C. Raccolta delle olive




Affresco di Ercolano 79 d.C.










Dopo il diluvio, la colomba porta a Noè un ramo di olivo, segno che le acque si sono ritirate. Probabilmente in seguito a questo episodio nella cultura cristiana l’olivo è diventato simbolo di pace tra Dio e il genere umano.







IV-VI secolo –Noè e la colomba di San Marcellino e San Pietro, Roma





La rappresentazione della PAX (pace) si cinge il capo con una corona di olivo.








“Pax” (1337) – A.Lorenzetti



Tra i tanti poeti e letterati ispirati dagli olivi e dal loro frutto primo fra tutti il padre della lingua italiana, Dante che a proposito di Beatrice scriveva.

“Così dentro una nuvola di fiori, che dalle mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva.” Dante, Divina Commedia, II, XXX, 28-33

Il paragone con l’oliva, la presenza dell’olivo ricorre come elemento chiave nei versi dedicati al tema dell’amore, dove gli attributi riconosciuti alla pianta e al suo prezioso estratto diventano un modo per parlare delle virtù della donna amata. Così come avviene nei versi di Torquato Tasso che in Rime amorose e stravaganti, in rime d’amore, 248 scrive della sua musa “Vita de la mia vita, tu mi somigli pallidetta oliva(…)”.

E ancora sono le fronde dell’olivo a coronare il capo del nobile e del potente; come sottolineato da Niccolò Macchiavelli che in Istorie fiorentine, XIV, scrive ” (…) e per il cammino gli fu posta una ghirlanda d’ulivo in testa, per mostrare che ad quello avesse e la salute e la libertà di quella patria a dependere.”


MINIATURE DEL XV SECOLO


La raccolta delle olive













Nell’Annunciazione di Simone Martini (1333) il ramoscello che cinge la testa dell’angelo è accostato al fiore del giglio, simbolo di verginità. Entrambi si stagliano sul fondo dorato colmando la distanza tra lo sguardo della Vergine e quella del suo annunciatore.



“L’Annunciazione” (1333) – Simone Martini



Le piante d’olivo rammentano che la scena dell’orazione si svolge presso il Monte degli Ulivi. La sera dell’ultima cena Gesù porta Giacomo, Giovanni e Pietro nel giardino del Getsemani per pregare non cadere in tentazione. Getsemani letteralmente significa “pressoio dell’olio”, un podere rustico ai piedi del Monte degli Ulivi. Il fatto che il giardino sia un oliveto non è privo di significato: gli olivi, secondo la tradizione ebraica, sono i “candelabri di Dio” e non è un caso che Gesù attenda proprio lì un segno di Dio sul suo destino e che sempre lì si svolga il suo arresto per il tradimento di Giuda Botticelli. Gesù si allontana dai tre apostoli e dopo essersi inginocchiato, inizia a pregare ed un angelo gli appare dal cielo per confortarlo. In primo piano i discepoli, invece di vegliare, si sono addormentati.






“L’Orazione nell’orto” (1499) – Sandro Botticelli







Nella Natività Mistica il pittore presenta la pace che segue alla nascita del Salvatore che è simbolicamente rappresentata in cielo ed in terra dalla danza degli angeli che tengono in mano corone e ramoscelli di olivo. Oltre che in episodi tratti dal mondo mitologico e da quello ebraico-cristiano, il ramoscello d’olivo si ritrova ad accompagnare anche alcuni dei momenti salienti della vita dell’uomo, come il matrimonio. In questa tela, diversi dettagli, densi di significati simbolici, amplificano l’importanza della celebrazione: la corona di mirto con la quale la sposa sta per essere incoronata, allude all’amore eterno e della fedeltà. Simbolo di fedeltà anche il cane che assiste all’evento che si sta celebrando. Il gioco di braccia che il pittore crea mette in risalto il ramoscello d’olivo che i due sposi tengono delicatamente in mano, simbolo di pace e di concordia.

“Natività” (1501) – Sandro Botticelli












Nella Natività Mistica il pittore presenta la pace che segue alla nascita del Salvatore che è simbolicamente rappresentata in cielo ed in terra dalla danza degli angeli che tengono in mano corone e ramoscelli di olivo. Oltre che in episodi tratti dal mondo mitologico e da quello ebraico-cristiano, il ramoscello d’olivo si ritrova ad accompagnare anche alcuni dei momenti salienti della vita dell’uomo, come il matrimonio. In questa tela, diversi dettagli, densi di significati simbolici, amplificano l’importanza della celebrazione: la corona di mirto con la quale la sposa sta per essere incoronata, allude all’amore eterno e della fedeltà. Simbolo di fedeltà anche il cane che assiste all’evento che si sta celebrando. Il gioco di braccia che il pittore crea mette in risalto il ramoscello d’olivo che i due sposi tengono delicatamente in mano, simbolo di pace e di concordia.




“Unione felice” (1570) – Paolo Veronese










Ancora simbolo di pace, il ramoscello di olivo riecheggia nei dipinti di Pompeo Girolamo Batoni: al centro della fitta e articolata composizione è la personificazione di Venezia, Venere nata dal mare su un trono dorato a forma di conchiglia trainato da due robusti leoni alati. Alla sua sinistra, il doge Leonardo Loredan (1501-1521) le posa la mano destra sulla spalla; alla sua destra, la figura stante di Minerva armata ma recante un ramo di olivo e additante quattro putti che l’attorniano intenti ai simboli delle arti, rifiorenti grazie alla pace.



“Il Trionfo di Venezia” (1737) P. Girolamo Batoni







OTTOCENTO

Perché l’olivo sia rappresentato in maniera realistica bisognerà attendere fino all’Ottocento, quando l’attenzione a riprodurre i paesaggi nei loro minimi dettagli fa sì che l’olivo diventi una presenza costante del paesaggio italiano e soprattutto mediterraneo.



“Tra gli ulivi a Settignano” (1885) – T. Signorini






NOVECENTO

Nel Novecento, Vincenzo Guerrazzi rappresenta la fatica e il duro lavoro della raccolta delle olive. Nei suoi dipinti il terreno è giallo-verde molto chiaro, i tronchi sono ben definiti e, con un gioco di colori, si riesce a rendere bene la nodosità tipica degli olivi. Le foglie sono poco distinte tra loro e somigliano a vere e proprie macchie di colore. I raccoglitori sono rappresentati nel momento in cui sono piegati verso il terreno sottolineando così la dura fatica.


“La Raccolta delle olive” – Guerrazzi




Nel dipinto “Raccoglitrici di ulivi“, Guerrazzi ambienta la scena in una atmosfera cupa e tetra, con un gruppo di alberi tristi e dai colori autunnali, in rapporto con le vecchie raccoglitrici di olive. Ognuna è vestita di scuro come se richiamasse un qualcosa di tetro. Il terreno è povero e scarno. Il pittore vuole esprimere il duro lavoro delle donne consumate dall’affanno e dalla stanchezza.


“Raccoglitrici di ulivi” – Guerrazzi








“Danza tra gli ulivi” – Guerrazzi










L’olivo viene decantato in tutta la sua rigogliosa identità, come elemento naturale del paesaggio, emblema di una bellezza saggia e autentica che non solo i poeti e i letterati, ma anche gli artisti tentano di catturare consapevoli del suo significato profondo e affascinate.



“Olivi sotto il sole” (1889) – Van Gogh








E così, non è un caso che Renoir, il raffinato ritrattista della luce in tutte le sue sfumature, abbia detto "(...) guarda questa luce attraverso le olive: brilla come un diamante!" e un'affermazione ancora più forte di Van Gogh che ha raccontato (...) Sto lavorando duramente per catturare questo ulivo. È argenteo, poi un attimo dopo è più azzurro, e nel complesso è verde con un pizzico di bronzo contro il giallo, il rosa, il viola blu e un ocra bruno. "

Comments


bottom of page